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Il prossimo 19 ottobre prenderà il via Credere e Annunciare, il percorso biennale di formazione per operatori pastorali, promosso dal Vicariato per i laici e realizzato con l'apporto dell'Istituto Superiore di Scienze Religiose e di tutte le altre strutture pastorali della diocesi, come annunciato dal vescovo Francesco Marino con la Lettera Pastorale dello scorso ottobre, Da Emmaus alle nostre parrocchie: «Non basta - scrive il vescovo - solo il criterio della disponibilità di tempo e della generosità nel servizio – realtà, tuttavia, importanti e per le quali non è mai abbastanza il nostro ringraziamento a quegli uomini, donne, giovani e adulti, famiglie intere che prestano il loro tempo senza lesinare – è ora tempo di competenza e formazione, studio e approfondimento qualificato. Lo richiede una accresciuta attenzione culturale di coloro che partecipano ai nostri percorsi pastorali: sono molti, per grazia di Dio, che raggiungono traguardi accademici importanti e con tali acquisizioni aumentano in loro anche le domande e le provocazioni alla fede. A loro dobbiamo offrire risposte pensate e qualificate, sebbene maturate nella personale adesione di fede. Va pensato, tuttavia, un programma più diffuso di formazione teologico pastorale».
Introduzione al mistero di Cristo, Introduzione all’Antico Testamento, Elementi di pedagogia e catechesi, Una comunità che comunica i corsi previsti per il primo anno insieme a una giornata di spiritualità nel tempo di Avvento e un week end di spiritualità nel tempo pasquale.
Sarà possibile iscriversi dal 1 settembre al 14 ottobre, nei giorni di apertura della segreteria dell'Issr. Al termine del biennio, sarà rilasciato l'attestato di Operatore Pastorale.
«Nel Motu Proprio Antiquum Ministerium (10 maggio 2021), con cui istituisce il Ministero del catechista, - spiegano don Francesco Iannone, direttore dell'Issr, e don Alessandro Valentino, vicario episcopale per l’Evangelizzazione e il Laicato - Papa Francesco scrive al n. 8: "È bene che al ministero istituito di Catechista siano chiamati uomini e donne di profonda fede e maturità umana, che abbiano un’attiva partecipazione alla vita della comunità cristiana, che siano capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna, che ricevano la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica per essere comunicatori attenti della verità della fede, e che abbiano già maturato una previa esperienza di catechesi". Ciò che il Santo Padre chiede in maniera specifica per i Catechisti, vale in realtà per tutti coloro che nella Chiesa sono chiamati a svolgere un ministero, istituito o di fatto, al servizio della fede e della speranza dei fratelli. Una testimonianza, per essere credibile e convincente, deve essere anzitutto credente e convinta. Nel processo di approfondimento e di maturazione della testimonianza cristiana è irrinunciabile il momento dell’ascolto, della riflessione e della formazione. Questo ha indotto il Vescovo e il presbiterio a chiedere al nostro Istituto Superiore di Scienze religiose di ripensare il percorso di formazione per operatori pastorali, già proposto da anni, rendendolo certamente più agile, ma soprattutto più adatto alle nuove esigenze delle comunità parrocchiali. Siamo convinti che la sinodalità, che il Papa propone come stile sempre più condiviso per la Chiesa del futuro, richiede essenzialmente che si ravvivi in ogni battezzato la consapevolezza e l’entusiasmo di essere chiamato a svolgere la propria missione nella comunità e di sentirsi corresponsabile, insieme allo Spirito Santo e ai propri Pastori, delle sorti del Vangelo e della Chiesa nel proprio territorio. La cura della propria formazione è il primo passo perché la consapevolezza e l’entusiasmo non si esauriscano in un velleitarismo passeggero ma divengano progetto e decisione di vita».