di Maria Rosaria Ricci*
In una società in cui tutto sembra dato per scontato, Lourdes si erge come un luogo di trasformazione, un’oasi di amore incondizionato e accoglienza. Il contrasto con la vita quotidiana, fatta di ritmi incessanti e difficoltà, è evidente già nel momento in cui si arriva alla stazione e si scorge il “Treno Bianco”, simbolo dei pellegrinaggi Unitalsiani.
Le persone che lo hanno preso più volte non si chiedono più come saliranno a bordo, nonostante le loro difficoltà. Attendono pazientemente il loro momento, tra saluti e abbracci, pronti a partire per un’esperienza che ogni volta trasforma il cuore. Quando le grandi porte del treno si chiudono e i binari iniziano a vibrare sotto di te, si innesca un cambiamento profondo. È come se un abbraccio invisibile ti avvolgesse, accarezzando non solo il corpo, ma anche l'anima, donandoti una sensazione di protezione. Le tue paure e fragilità scompaiono, dissolte nella condivisione con gli altri pellegrini. A quel punto, non conta più come parli, se chiaro o meno; ciò che conta è il fine: trovare un modo per entrare in relazione con l'altro.
Sono mancata da Lourdes per sei anni, dalla pandemia, eppure il richiamo è sempre stato forte. Ricordo ancora il momento in cui l’Unitalsi Napoli, insieme all'Unitalsi nazionale, è stata ricevuta in udienza da papa Francesco. Un’esperienza unica, come ogni singolo evento vissuto all'interno dell'Unitalsi. Così, a pochi giorni dall’anniversario delle apparizioni della Madonna a Bernadette, l’11 febbraio, ho preso la decisione di tornare.
Il 6 febbraio, grazie a un semplice messaggio su WhatsApp, ho detto di sì. “Vorrei tornare a Lourdes, vieni con me?” – “Sì, anch'io voglio tornare, vengo con te.” Le 40 ore di viaggio in treno sembravano insormontabili, ma la realtà è che quelle ore, vissute accanto agli altri pellegrini, hanno dato forma a qualcosa di molto più grande del semplice spostamento fisico: il pellegrinaggio vero e proprio, che conduce alla grotta di Massabielle.
Raccontare ciò che si prova a Lourdes è sempre difficile. Le emozioni che si vivono sono talmente intense che sembrano impossibili da descrivere a parole. Quest'anno, durante il pellegrinaggio nazionale dal 22 al 28 settembre 2024, ho sentito che qualcosa di indelebile si era impresso in me. È stato un promemoria, un richiamo costante a ciò che conta veramente: alla solidarietà e all'amore incondizionato che il pellegrinaggio rappresenta.
Lourdes ti insegna a donare tempo agli altri, in una società che sembra avere sempre meno tempo da offrire. Pensando ai tanti pellegrinaggi che ho fatto, mi rendo conto di quanto questo tempo donato, gratuitamente e senza aspettative, sia un tesoro inestimabile. Nel corso degli anni, ho intrecciato legami profondi con persone che, con le loro mani, mi hanno aiutato a superare difficoltà e limiti. Quei legami invisibili sono il filo conduttore dell'esperienza a Lourdes, che va oltre il semplice atto di assistere: è un dono reciproco, un'esperienza di fraternità autentica.
Nella solennità del silenzio, davanti alla grotta di Lourdes, sotto il manto protettivo della Madonna, vivi l'ebbrezza di volare, sostenuta dalle mani amorevoli di chi ti circonda. Gli sguardi che incontri ti ricordano che non sei sola, ma parte di una testimonianza gioiosa, che da Bernadette si espande fino a noi e ha la missione di essere trasmessa nel profondo delle nostre vite.
Lourdes è un luogo che ti cambia. Ti insegna l'amore puro, quello che si dona senza riserve e che unisce in un abbraccio universale. Tornare a casa, dopo un pellegrinaggio, significa portare con sé un pezzo di quel luogo magico, intrecciato con mille altri cuori. Lourdes è il luogo dove ogni persona si sente amata, dove l’inclusione delle persone diversamente abili è un valore che si respira intensamente e si concretizza in mille modi nella nostra quotidianità.
Poiché la bellezza del tempo donato agli altri prevalga su una società frenetica e indifferente, perché è nel donarsi che si scopre la vera essenza della vita. Una Chiesa in uscita parte proprio da questo concetto. Lourdes ce lo insegna, ogni volta che torniamo su quel treno bianco, carichi di amore e speranza.
*consigliera nazionale del Centro volontari della sofferenza