Un capitano al timone della gentilezza

Essere insegnante in questo tempo. Il racconto di Domenica De Cicco, insegnate di scuola primaria, membro della Rete nazionale degli insegnanti per la gentilezza



a cura di Domenica De Cicco

Rete nazionale insegnanti per la gentilezza


Sono un’insegnante di una Scuola Primaria Statale di Casalnuovo posta al centro tra la Diocesi di Nola e l’Arcidiocesi di Napoli, i nostri parroci sono don Ciro Biondi e don Oreste Bonaiuto.

Tempo fa ho desiderato aderire al Progetto della Rete Nazionale degli insegnanti per la gentilezza, promosso dall’Associazione Cor et Amor, convinta che la gentilezza sia uno dei valori del nostro essere umano che ci apre in modo accogliente agli altri e che ogni professionista dovrebbe far proprio. Tale valore, insieme a quelli promossi dai grandi pedagogisti e soprattutto da Gesù Maestro, mi ha aiutato nel mio essere insegnante in questo difficile momento che ci sta mettendo a dura prova.

La pandemia di Covid-19 ha trovato impreparati tutti, anche il settore della scuola, che ha dovuto mettere in atto la Didattica a Distanza, che per tanti può essere considerata una tortura e qualcosa di inutile, ma che per me e per altri è considerata un metodo, seppur non perfetto, per continuare i rapporti con i bambini e accompagnarli, in modo diverso, per non privarli della possibilità di continuare il percorso educativo. La Dad è anche vicinanza e stimolo alla resilienza degli alunni, per aiutarli a vivere questo tempo della vita nel migliore dei modi e fargli cogliere anche le opportunità che lo stare a casa offre: «Posso abbracciare sempre mamma e papà ora che sono a casa», «È un tempo difficile perché abbiamo dovuto cambiare tutte le nostre abitudini, ma ho deciso di trascorrere al meglio le mie giornate in casa; insieme ce la possiamo fare», scrive qualcuno di loro. Con la Dad c’è lo stimolo a non dormire tutto il giorno, ad affrontare la giornata, a sostituire il pigiama con gli abiti, a pettinarsi. Una mia alunna nelle video lezioni indossa la divisa della scuola ed è un bellissimo segno di sentirsi parte della sua comunità scolastica. Si può entrare nelle case degli alunni e degli insegnanti, essere stimolo per l’intera famiglia con un interessante intreccio relazionale e pedagogico. Si forma una classe virtuale, ma che di virtuale ha solo il canale poiché chi è dall’altra parte è una persona: «Maestra mi piace vedere e sentire te e i miei compagni, perché mi mancavate».

Logo Rete Insegnanti per la Gentilezza

Ho cercato di non 'stracaricare' di compiti gli alunni, non temendo di finire il programma, comprendendo che oggi le famiglie, che possono avere anche altri figli a scuola, si trovano in una situazione gravosa per il lavoro, le malattie, le separazioni…quando assegno i compiti sulla piattaforma scolastica o quando correggo è come se avessi davanti i volti dei miei alunni, ciò mi calibra e mi porta a chiamarli per nome, a scrivergli un saluto, un incoraggiamento, sapendo che stanno vivendo una pressione psicologica ma che 'fedelmente' restano a casa, ricordando a noi adulti che 'Andrà tutto bene'. Si cerca di raggiungere in tutti i modi gli alunni e le loro famiglie, adattandosi talvolta anche ai loro tempi, cercando di non perdere nessuno di quelli che ci sono stati affidati, non avendo paura di essere accusata di essere troppo disponibile e di abituare male le persone.

Papa Francesco, nell’omelia della Messa a Santa Marta del 27 aprile scorso, citando un’antica regola dei pellegrini, ha detto che «il vero pellegrino deve andare al passo delle persone più lente». La pazienza, la creatività, l’unità anche con il team docente, la riconciliazione sono in questo periodo le linee guida del mio lavoro. La stanchezza si sente molto ma la gioia di accogliere un sorriso, di sapere di un traguardo raggiunto, di un ostacolo superato dà energia nuova per affrontare un nuova giornata scolastica, nell’attesa di rivedersi non più solo da un monitor di un computer.

Il momento più straziante delle video lezioni è al termine quando invito gli alunni a lasciare la classe virtuale, loro non vorrebbero e a malincuore toccano l’icona della disconnessione. Mentre li saluto uno a uno e li vedo sparire gli ricordo che sarò l’ultima a lasciare la video lezione, dicendogli che sono il capitano che abbandona per ultimo la nave, dopo che ha fatto scendere l’equipaggio per metterlo in salvo.





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