Alla ricerca di un senso per questi giorni di pandemia

La riflessione di don Giovanni De Riggi, parroco di Santa Maria delle Vergini a Scafati

a cura di don Giovanni De Riggi

parroco di Santa Maria delle Vergini a Scafati


In questi giorni di sosta forzata mi è data la possibilità di leggere con più calma i quotidiani, di pregare più a lungo, di celebrare l’eucarestia con maggiore partecipazione, di riposare con la Parola di Dio, insomma di far bene ciò che in un altro tempo mi risultava più difficile fare per gli impegni, per le attività, per la pastorale e per altro, a volte anche inutile. Sono giorni in cui mi sorgono interrogativi, domande, desideri di ricerca. Allora, vado a leggere pagine di storia cercando di conoscere ancor meglio i periodi in cui i nostri antenati si sono dovuti confrontare con pesti, calamità, epidemie fino a quella del 1918-19, chiamata influenza spagnola, che fece vittime, creò dolore e sofferenza, non risparmiando neppure i nostri territori, come se non fossero state sufficienti quelle create dalla grande guerra.

In questo dipanarmi tra pensieri, letture, informazioni varie mi consola tantissimo la possibilità di avere contatti con amici, conoscenti, parrocchiani, familiari, grazie a una telefonata, a un messaggio su wathsapp, a un video. Si sente meno la solitudine, il deserto che in un certo senso si è creato. Vado notando che si sviluppano altri aspetti non secondari della mia persona, come il sentimento, l’emozione, e perché no, anche la capacità di commuovermi davanti ai disegni di tanti bambini che con mille colori scrivono “andrà tutto bene”, oppure davanti alle immagini televisive che riportano gli italiani fieri e forti che affacciandosi dalla finestra cantano, suonano strumenti musicali, danzano. Che meraviglia vedere tutto questo. E ancora, scopro quanta bellezza di umanità si trova nei medici, negli infermieri e operatori sanitari, che come nuovi soldati, sono in prima linea per combattere sul campo una guerra del tutto inedita contro un nemico tanto subdolo quanto crudele.

Trovo ristoro nella preghiera, in una intimità più profonda con il Signore, nella comunione con tantissimi che in questi giorni non smettono di pregare chiedendo al Signore e alla Vergine di porre fine a questo male che incute paura, ansia, preoccupazione. Molti, trovando la chiesa aperta, si fermano un momento e in ginocchio, quasi furtivamente per non venir meno alle martellanti indicazioni di restare a casa e uscire solo per estrema esigenza, rivolgono preghiere e sospiri a Colui che tutti ascolta. E così ho lasciato la chiesa aperta, spalancata a quanti vogliono incontrare il Signore, a quanti vogliono rivolgere un saluto alla Madonna che, qui a Scafati, è molto amata. E mi è capitato di sentire e vedere persone che piangevano pensando ai loro figli in Lombardia per il lavoro, anziani che già segnati dalla fatica della vita devono ora fare fronte ad una nuova difficoltà.

Accanto a tutto questo, che mi permette di farmi prossimo così come anche il Papa ci sta chiedendo , mi sorge un bisogno urgente, impellente che quasi non posso contenere: il bisogno di comprendere il senso di quello che stiamo vivendo, il perchè di tutto ciò. Non mi basta sapere il come si debba affrontare questa crisi, di sapere più o meno quanto tempo duri, quali precauzioni prendere per evitare il contagio proprio e altrui. No, sento altro, voglio altro. E penso che tanti altri avvertano questo bisogno: capire il perché di tutto questo. A mio avviso non bastano il moltiplicarsi di preghiere, di invocazioni alla Vergine, ai santi Patroni, di benedizioni, con e senza il Santissimo Sacramento. Anche in altre epoche si faceva lo stesso, anzi molto di più chiedendo a Dio misericordia e perdono. Ma oggi, abbiamo bisogno di un di più, perché se è vero che Dio parla nella storia, che è Lui a condurre i nostri giorni, e se è vero che dobbiamo imparare a riconoscere i segni dei tempi, allora è necessario, oggi, più di ieri, una parola che sappia di profezia, una parola che ci dica il perché, ci dia il sapore di questi giorni, ci aiuti a saper vedere la presenza di Dio in questo evento che non è castigo, come alcuni vogliono dire, ma certamente evento permesso da Lui. Cosa vorrà dirci il Signore?

Per me non è affatto casuale che questa emergenza, almeno per noi in Europa, sia coincisa con la quaresima. Non è forse vero che è necessario ritornare al Signore con tutto il cuore? non è forse vero che è necessaria una conversione di tutto l’uomo, di tutti gli uomini, e, ahimè, anche della stessa chiesa? Ai nostri programmi, alle nostre frenetiche iniziative, alle nostre proposte pastorali, a volte coreografiche e vuote, il Signore ci propone di entrare nel deserto per darci la possibilità di fare di nuovo alleanza con Lui.





Questo sito web utilizza i cookie
Questo sito o gli strumenti di terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner acconsenti all'uso dei cookie.
design komunica.it | cms korallo.it.